Autoritratto 1924, disegno a sanguigna su carta, cm.40x31. Esposto alla Galleria del Milione Milano.
 
 
 
 

Virgilio Guidi

Virgilio Guidi nel suo studio
 

Sue opere in importanti Musei tra i quali l'Ermitage di San Pietroburgo, i Musei Vaticani, La Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, oltre che dalle innumerevoli Biennali di Venezia a cui ha preso parte nel corso del Novecento, e che hanno scandito i vari periodi e momenti della sua produzione artistica, estremamente vivace e prolifica fino alla sua morte.

Pur attento ai principali movimenti artistici del ventesimo secolo Guidi seguirà sempre un percorso profondamente personale, conservando la sua autonomia stilistica sia rispetto al Novecento Italiano che ai grandi protagonisti europei del cosiddetto Realismo Magico. In seguito risponderà in maniera del tutto personale agli innovativi appelli di Lucio Fontana, promotore del Movimento Spazialista, per poi confrontarsi anche con l'immediatezza segnico-espressiva delle poetiche dell'informale e dell'espressionismo astratto. Di grande rilevanza e originalità risulteranno altresì, a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, le sue ricerche volte a una inedita figurazione della bellezza femminile, in risposta alle dilaganti iconografie massificate tipiche della Pop Art. La concezione e l’interpretazione della luce e dello spazio avranno sempre un ruolo centrale nell’evoluzione delle sue ricerche formali, costantemente aperte alla sperimentazione. Ancora relativamente poco noti sono i suoi vasti, intensissimi dipinti degli anni Settanta e dei Primi anni Ottanta, che testimoniano con la serie dei grandi Alberi una straordinaria coscienza ecologica, mentre con le Figure inquiete e il ciclo de l'Uomo e il Cielo Guidi giungerà ad una compiuta sintesi delle proprie straordinarie istanze umane e religiose, ciò che, assieme a Rouault e all’ultimo Matisse, lo colloca tra i maggiori pittori della Cristianità, nell'epoca contemporanea.

Nato a Roma nel 1891, da giovane Virgilio Guidi si avvicina alla pittura nel 1908, anno in cui comincia a fare pratica di pittura nella bottega del restauratore e decoratore romano Giovanni Capranesi diventandone presto primo aiuto. Poco dopo abbandona la bottega a causa di alcuni contrasti col suo maestro riguardo le tendenze pittoriche più recenti, e si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Roma, seguendo l'insegnamento di Aristide Sartorio. Ben presto si avvicinerà all’ambiente culturale e intellettuale che gravita attorno al Caffè Aragno, dove avrà occasione di conoscere e frequentare Giorgio De Chirico e Roberto Longhi e gli artisti gravitanti attorno ai “Valori Plastici, l'importante rivista di portata europea, fondata e diretta da Mario Broglio.

La carriera artistica di Virgilio Guidi comincia esattamente un secolo fa, nel 1913, anno in cui partecipa e vince il concorso di pittura “Lana” bandito dall’Accademia di San Luca, e in questo periodo comincia ad esporre i suoi primi lavori. In quegli anni ha inoltre l’occasione di prendere visione diretta dell’opera di Cézanne, la cui ricerca formale e spaziale, assieme alle opere dei maestri del grande Quattrocento italiano, lo influenzerà notevolmente nelle sue future ricerche espressive. A partire dagli anni Venti comincia a esporre i suoi lavori alla Biennale di Venezia, appuntamento a cui parteciperà innumerevoli volte nel corso della sua carriera artistica e dove, a partire dal 1940, per molte edizioni successive, gli verrà riservata un’intera sala personale per esporre i suoi lavori. Al 1942 risalgono inoltre i suoi primi versi poetici, che danno in via ad una produzione letteraria che sarà una costante nella vita di Virgilio Guidi, e che accompagnerà la sua intera produzione pittorica. Nel secondo dopoguerra si interessa di grafica e a quegli anni risalgono le sue prime litografie. Nel 1951 aderisce al movimento spaziale promosso da Lucio Fontana. A partire dagli anni Cinquanta la sua produzione pittorica si concentra su grandi cicli tematico-compositivi ricorrenti, modalità espressiva che conserverà fino alla fine della sua carriera.

 

BIOGRAFIA

1891 Virgilio Guidi nasce a Roma il 4 aprile. Il padre Guido Costantino, romano, ma di origine toscana, è scultore e poeta vernacolo, il nonno architetto decoratore.

1904 Si iscrive all'Istituto tecnico, ma contemporaneamente frequenta la serale Scuola libera di pittura.

1908 Lascia l'Istituto tecnico per applicarsi al disegno e studiare l’anatomia presso la bottega del restauratore e decoratore Giovanni Capranesi. Di sera dipinge paesaggi, ritratti e inizia la serie degli autoritratti. Diventato primo aiuto, collabora con Capranesi ai restauri di affreschi e alle decorazioni di palazzi romani e frequenta contemporaneamente la Galleria Borghese dove studia e copia soprattutto il Correggio.

1911 Abbandona la bottega di Capranesi e si iscrive all'Accademia di Belle Arti sotto la guida di Giuseppe Aristide Sartorio. Si interessa all'Impressionismo francese stimolato dal volume di Pica edito nel 1908. Studia Giotto, Piero della Francesca, l'illuminismo di Correggio e dei pittori olandesi, Chardin e Courbet.

1912 Frequenta pittori e letterati dell'ambiente romano e annota le sue riflessioni sullo spazio e la luce. 

1913 Partecipa al concorso "Lana" in Pittura bandito all'Accademia il I° dicembre 1913. Giudicato il 18 luglio 1914, vince una pensione triennale di £. 75 mensili con due varianti sul tema Adolescenti che si addestrano al tiro dell'arco. Introduce nel suo repertorio il tema della Maternità.

1914 Viene a diretto contatto con le opere di Cézanne e di Matisse esposte alla mostra della Società amatori e cultori di Belle Arti a Roma. Dipinge Autoritratto (con cappello), ora alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Verona, e “Vedute romane”. Per vivere è costretto ad impiegarsi presso lo studio di un architetto.

1915 Partecipa alla III Esposizione Internazionale d'Arte della Secessione romana. Studia Cézanne e il Quattrocento italiano ed è sensibile al cromatismo sensuale di Spadini come testimonia La vecchia. Continua la copiosa serie di “Natura morta” iniziata l’anno precedente.

1916 Si impiega in qualità di disegnatore al Genio civile e vi rimane per due anni. Esegue numerosi “Ritratti della madre”.

1917-18 Continua la sua personale ricerca, attento anche alle proposte delle Secessioni romane, ma isolato rispetto al panorama delle avanguardie, con esiti linguistici di ascendenza classica, differenziata anche rispetto alle esperienze di <> e poi del Novecento.

1919 Lasciato il Genio civile ritorna a lavorare da Capranesi impegnandosi nel frattempo nella stesura della Madre che si leva.

Inizia a frequentare il sofisticato ambiente del Caffè Aragno dove, tramite Amerigo Bartoli, entra in contatto con Emilio Cecchi, Roberto Longhi, Cipriano Efisio Oppo, Umberto Baldini, Giorgio De Chirico, Giuseppe Ungaretti, e dove si legherà d'amicizia con Vincenzo Cardarelli che in seguito lo raggiungerà a Venezia.

Esegue una copia della Danae del Correggio a Villa Borghese dove ha modo di incontrare spesso De Chirico che lavora in una saletta attigua.

1920 Madre e bimbo, prima stesura della Madre che si leva di cui ora rimane un frammento, viene accolta alla XII Biennale. Espone alle mostre del Gruppo italiano di Melli e Oppo e successivamente a quelle del movimento di <>, pur mantenendosi svincolato da una rigorosa osservanza dei suoi programmi.

1922 Esegue una prima stesura del Tram che distrugge, salvando il particolare della Donna con le uova. Presenta alla XII Biennale di Venezia la seconda versione della Madre che si leva, testo fra i più significativi del suo periodo romano. In esso la luce e il colore sono analizzati in funzione di un puro costruttivismo lirico: ne è una testimonianza anche la Colazione in cui rimedita il binomio cézanniano di forma e colore. Espone con Carrà, Sironi e Morandi in una mostra collettiva a Roma.

1924 Ottiene un  riconoscimento internazionale alla XIV Biennale di Venezia con il Tram, ora alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, per volere dell’artista, nonostante il Granducato del Lussemburgo si fosse offerto di acquistare l'opera per £. 2.500.

Risiede per alcuni mesi in uno studio a Villa Strohl-Fern, luogo in cui soggiornarono, fra gli altri artisti, Oppo, Socrate, Trombadori e la scultrice Adriana Bernardi, diventata in seguito sua moglie.

1925 Occupa lo studio di Armando Spadini, l''Uccelliera' a Villa Borghese dove dipinge la prima Passeggiata a cavallo. Espone ad Amburgo e a Pittsburg, al Carnegie Institute.

1926 Partecipa alla prima mostra del Novecento italiano al Palazzo della Permanente a Milano e in seguito, nel '29, alla seconda, pur conservando una certa autonomia rispetto agli indirizzi di quella tendenza.

1927 Il 25 aprile si trasferisce a Venezia, chiamato dall'Accademia ad occupare le cattedra di Pittura in sostituzione di Ettore Tito. L'ambiente veneziano gli si rivela subito ostile e la persistenza di tale atteggiamento lo indurrà a trasferirsi a Bologna nel '35.

1928 A febbraio sposa Adriana Bernardi sua compagna di studi e nel mese di novembre nasce la figlia Maria Vittoria. Partecipa, con l'appoggio di Carlo Carrà, alla XVI Biennale di Venezia, dove espone fra l'altro La visita, ora al Museo di Pietroburgo. Dipinge uno dei testi che rimarrà una pietra miliare del suo periodo veneziano, La Giudecca della collezione Camerino, in cui la luce meridiana ferma l'immagine in una spazialità assoluta.

1929 Oltre a partecipare alla II mostra del Novecento italiano, si presenta alla Sindacale laziale con opere quali La vecchia malata, Donna che legge, Donna che cuce, in linea, nella tematica intimista, alle direttive di regime, ma di una qualità formale assolutamente rara.

1930 Progetta uno spazio culturale autonomo rispetto all'Accademia di Venezia e per realizzarlo occupa con gli allievi la Villa di Strà. Espone alla XVII Biennale di Venezia.

1931 Riallaccia i rapporti con De Pisis conosciuto nel periodo romano. Frequenta l'ambiente milanese della Galleria Il Milione e con Vincenzo Cardarelli visita a Roma lo studio di Scipione. Partecipa alla I Quadriennale d'arte nazionale con Bimbo, Passeggiata a cavallo, Donna in attesa e Donna che si leva, e con alcuni "Paesaggi veneti", uno dei quali verrà acquistato dalla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma. Pubblica in catalogo riflessioni teoriche sul suo operato. Compie un viaggio a Parigi da cui riporta alcune versioni di "Notre Dame", ma soprattutto appunta giudizi e riflessioni ulteriori sull'Impressionismo e sulla situazione artistica francese contemporanea.

1932 Tiene la prima personale a Firenze, alla Sala d’arte La Nazione, e partecipa alla XVIII Biennale di Venezia e alle sindacali di Padova e Roma dove espone, fra le altre cose, rispettivamente, La madre in campagna, Signora in attesa, Giovane russa, e Testa veneziana e Parigi, le due vedute di Notre Dame eseguite l'anno precedente.

1933 Presenta i giovani artisti veneti U. Chiurla, M. De Luigi, B. Ferrario, A. Pinto e A. Pizzinato alla mostra, presso la Galleria Il Milione a Milano. Partecipa alle collettive di Vienna e Bochum, e alla Galleria delle Tre Arti di Milano tiene la sua seconda personale, subito recensita da Carrà su "L’Ambrosiano". Intanto coinvolge, oltre a Carrà, Lamberto Vitali e Juti Ravenna nel progetto de "Il Foglio di Venezia " in cui pubblica la sua prima sistematica dichiarazione di poetica. Doveva trattarsi di un "Periodico italiano dell’arte", conclusosi invece forzosamente col primo numero. Dedica l’anno successivo alla riflessione sulla teoria dei colori di Goethe.

1935 Redige un testo per la II Quadriennale romana dove espone con una sala personale e viene premiato assieme a Severini. Fra le opere basilari, oltre a Madre nel parco e Bambina che si leva, i ritratti Testa di ragazzo, Studentessa, La Veneziana e Ritratto di Americana che entra a far parte della Raccolta della Galleria comunale d'arte moderna di Palazzo Braschi a Roma. Partecipa alla mostra dei Quarant'anni della Biennale.

Il I° di dicembre lascia Venezia e si trasferisce all'Accademia di Bologna seguito da molti suoi allievi fra cui Gastone Breddo, Luciano Gaspari, Gino Morandis, e Antonio Pinto. Mantiene lo studio all'interno dell'Accademia, ma anche a Palazzo Bentivoglio dove vive e lavora.

1936 Partecipa con 11 opere alla XX Biennale di Venezia ed espone una personale a Milano alla Galleria Il Milione. Conosce in quell'occasione il poeta Alfonso Gatto che diverrà un convinto sostenitore dell'opera guidiana.

1937 Esce a New York la prima monografia curata dalla giornalista americana Nedda Arnova. Intanto viene elaborando nella serie degli "Incontri" e "Figure" una proposta cromatica che si rivela un'anticipazione rispetto anche al movimento di Corrente. L’anno successivo edita a Bologna, in <>, Capitoli in cui raccoglie le sue osservazioni sulla pittura.

1939 Partecipa a un'importante rassegna d'arte italiana contemporanea in Germania e redige la presentazione alla III Quadriennale romana dove espone fra le altre opere Donna solitaria. Riprende i contatti con Alfonso Gatto, stabilitosi nel frattempo a Bologna.

1940 E' invitato con una sala personale alla XXII Biennale di Venezia.  

1941 Una serie di sue opere viene distrutta durante un bombardamento aereo a Milano. La Galleria Il Cavallino di Venezia, con cui Guidi ha stabilito un solido rapporto espositivo, presenta a Roma la Mostra della collezione Cardazzo, che comprende, fra l'altro, Ritratto di donna russa.

1942 Comincia a scrivere i primi versi, editi solo nel 1959, e invia una Visita nello studio alla XXIII Biennale di Venezia. Porta a compimento all'accademia, in 24 sedute di posa, il ritratto di Alfonsina, moglie del pittore Aldo Borgonzoni. Sfolla a Buda di Medicina, ospite dell'allieva Maria Serra, ed è attratto dal paesaggio che gli ricorda Terracina.

1943 Alfonso Gatto lo presenta per la prima volta alla nuova Galleria del Sestante a Viareggio e curerà, l'anno seguente, la pubblicazione delle Edizioni Il Milione. Continua la sua adesione alla Quadriennale romana con Uomini nella campagna e con il testo oramai classico de La Giudecca della collezione Camerino.

1944 Nel settembre, aiutato da Aldo Borgonzoni, lascia Bologna per l'incalzare della guerra e ritorna a Venezia dove si riappropria dello studio in Fondamenta Cabalà, lasciato temporaneamente a Bacci e a Gaspari. Presenta Alberto Viani alla Piccola Galleria di Venezia, avviando una collaborazione che lo vedrà critico molto attento alle proposte degli artisti giovani. Inoltre nel <> edita il Discorso sul disegno e il Discorso sulla pittura, e, l’anno successivo, Note sulla pittura. Evolve le tematiche degli "Incontri" e partecipa per la prima volta, a Venezia, alla collettiva della Bevilacqua La Masa.

1945 Trasferisce lo studio in via XXII Marzo. Sviluppa il tema della "Visita" che confluirà nelle "Figure nello spazio". Espone, assieme a Mario Deluigi, alla Galleria del Cavallino ottenendo un notevole successo di critica.

1946 Ha inizio la sua attività grafica con l'edizione di una serie di litografie. Continuano le riflessioni teoriche sullo spazio, inoltre diventa un punto di riferimento per i giovani artisti. Si consolidano i rapporti con i critici Umberto Morucchio e Anton Giulio Ambrosini, mentre Silvio Branzi, responsabile del settore mostre, ne segnala puntualmente l'attività su Il Gazzettino. Espone con De Pisis a Trieste alla Galleria San Giusto e tiene la prima personale alla Galleria Lo Scorpione.

1947 A Venezia dal marzo dello scorso anno, la baronessa Miretty Graff inizia a frequentare lo studio come modella, poi collezionista e mercante: ne nasce un sodalizio che si protrarrà per tutta la vita. Esce la monografia curata da Alfonso Gatto. Gli viene conferito il Premio Ginevra. Entra a far parte della giuria di accettazione alla Fondazione Bevilacqua La Masa. Fra il 1947 e il 1950 viene elaborando, sulla rimeditazione delle opere di Mondrian, le "Marine astratte", costruite con puri piani di colore.

1948 Partecipa alla Rassegna Nazionale di Arti Figurative promossa dalla Quadriennale d'arte di Roma con il Ritratto di Vera Cekonova, e alla Collettiva dell'Opera Bevilacqua La Masa. Espone alla XXIV Biennale di Venezia, la prima del dopoguerra, in prevalenza opere della serie "Figure nello spazio", riscuotendo un notevole successo da parte del pubblico e della critica. Tiene una conferenza al Circolo artistico di Bologna.

1949 Trasferisce lo studio in Campo S. Maurizio. Ha accesso alla Loggia di Palazzo Ducale che riprende in una serie di interni e da cui realizza le vedute dell'isola di S. Giorgio. Esce a Bologna la monografia a cura di Ugo Fasolo.

Partecipa a Venezia alla Rassegna di pittura italiana contemporanea.

1950 Aderisce al Movimento spaziale ideato da Lucio Fontana, esponendo con i membri dei gruppi veneziano e milanese. Collabora al Bollettino della Galleria Antico Martini di Venezia e alla rivista d'arte bolognese <>. Si stabilizza il sodalizio con Ugo Fasolo che lo presenta, per la prima volta, alla Galleria Il Fiore di Firenze. Partecipa alla XXV Biennale di Venezia, alla XXXVIII Collettiva dell'Opera Bevilacqua La Masa e ad una Mostra di pittori italiani contemporanei a Vienna. Nella ricorrenza della 200^ mostra del Cavallino, a Venezia, gli viene allestita una personale, recensita da Guido Perocco su il Gazzettino Sera.

Dal 1950 al 1957 sarà membro della Giuria di accettazione dell'Opera Bevilacqua La Masa.

1951 Iniziano i cicli "Cielo antico", che doveva essere completata da "Cielo moderno" non più realizzato, e i "Giudizi". Partecipa con 5 opere alla I Biennale del Museo d'arte moderna di S. Paolo in Brasile. Inizia un assiduo rapporto espositivo con la Galleria Annunciata di Milano. Partecipa al Premio Parigi a Cortina e al Premio Burano a Venezia. Presenta una personale alla nuova Galleria Lo Scorpione di Trieste.

1952 Partecipa alla XXVI Biennale di Venezia con Rappresentazione spaziale ed espone una personale al Cavallino redigendo il testo in catalogo. Tiene una conferenza sulla propria pittura al Gabinetto Vieusseux a Firenze, successivamente edita da Vallecchi. Espone con il gruppo degli Spaziali a Venezia, alla Galleria del Cavallino, e alla Galleria Casanova di Trieste.

1953 Partecipa a una collettiva del Movimento spaziale alla Sala del Ridotto a Venezia e firma il Manifesto redatto da Anton Giulio Ambrosini. Sarà l’unica adesione formale espressa da Guidi.

1954 Trasferito lo studio in un palazzo dietro il Campo di S. Maria del Giglio, si impegna nella realizzazione dei "Tumulti", opere in cui è predominante la valenza materico-segnica derivata dalla poetica informale. Ripresenta con un'antologica alla XXVII Biennale di Venezia. Il successo di critica e di mercato è notevole, ma non gli viene assegnato il premio ch'egli auspicava.

1955 Si dedica intensamente alla grafica. Partecipa alla VII Quadriennale romana con le opere storiche Pittore all'aperto e Il dirigibile, già collezione Mattioli di Milano, un Paesaggio romano e La Giudecca di Renzo Camerino di Venezia e viene insignito della medaglia d'oro quale accademico di S. Luca. Nascono le "Figure emblematiche" intensamente espressive nella calcolata riduzione cromatica.

1956 Edita una nuova serie di litografie. Presenta Figura nella luce alla XXVIII Biennale di Venezia.

1957 Conclude il ciclo dei "Giudizi" e riprende la serie delle "Figure nello spazio", preludio alle successive "Architetture umane".

1958 Partecipa alla rassegna storica della Bevilacqua La Masa: Primi espositori di Ca' Pesaro 1908-1919. Riconosciuto fra i Maestri della pittura italiana gli viene consegnata la medaglia d'oro dal Presidente del Consiglio on. Mario Segni.

Nel novembre dichiara guerra ai falsi individuati dapprima a Prato, ma poi anche a Milano, a Trieste e a Padova.

1959 Trasferisce definitivamente lo studio in Calle Valleresso, prospiciente al Bacino di San Marco. Inizia la serie delle "Architetture umane" denominate anche "Presenze" o "Condizione attuale", espressione del dramma esistenziale che pervade l'uomo contemporaneo. Esce Spazi dell'esistenza, prima raccolta di liriche edita da Rebellato a Padova.

Gianni De Marco inaugura a Venezia la Galleria Il Traghetto che, con l'adiacente spazio all'aperto dell'Hotel Monaco, diverrà luogo d'incontro e di dotte conversazioni.

1960-62 Con le "Architetture cosmiche" giunge al superamento della figurazione.

1961 Rebellato ristampa Spazi dell'esistenza. Gli viene assegnata la medaglia per la cultura dalla Presidenza della Repubblica.

Partecipa alla collettiva Artisti e scrittori veneti alla Galleria Bevilacqua La Masa.

1962 Giuseppe Marchiori lo presenta a Venezia alla Galleria Gritti, e, in seguito, all'Ala Napoleonica in Piazza San Marco. In quest’ultima ampia antologica, organizzata dal Comune di Venezia, prevalgono tuttavia le opere più recenti, “Architetture umane” e “Architetture cosmiche”, testimoni del nuovo percorso intrapreso dall’artista. Partecipa al Premio Marzotto. Nasce il ciclo degli "Occhi" e si sviluppa il tema de "La prigioniera".

1963 Inizia la serie di "Nuove Figure". Esce edita da Cappelli, in tiratura limitata, la pubblicazione di Mario Ramous Dalle Georgiche di Virgilio con dodici litografie di Guidi.

1964 Espone "Angosce", "Architetture umane" e "Architetture cosmiche" in una sala personale alla XXXII Biennale di Venezia, presentato da Francesco Arcangeli. Nell’occasione gli viene conferita medaglia d'oro dall'Associazione scrittori e artisti veneziani, con il patrocinio della Fondazione Giorgio Cini. Inizia il rapporto con la Galleria La Loggia di Bologna, che edita una monografia dell'artista curata da Toni Toniato, e con la Galleria Il Traghetto di Venezia.

1965 Esce una monografia curata da Silvio Branzi. La Promotrice delle Belle Arti di Torino organizza una vasta antologica al Parco del Valentino.

1966 Espone per la prima volta alla Galleria Gissi di Torino. Renato Barilli lo presenta alla Galleria De' Foscherari a Bologna. Espone a Venezia al Palazzo delle Prigioni la serie delle Grandi Teste ed è presente per l'ultima volta nella Giuria dell'Opera Bevilacqua La Masa.

1967 Partecipa a Firenze alla Rassegna Arte Moderna in Italia 1915-1935 curata da Carlo Ludovico Ragghianti. Si dedica prevalentemente al ciclo delle "Grandi Teste".

1968 Espone a Venezia al Palazzo delle Prigioni la serie delle "Prigioniere" e delle "Nuove Figure". Rebellato pubblica a Padova Poesie, con presentazione di Salvatore Maugeri.

1969 Inizia la tematica de "L'uomo e l'Albero" o "Il contestatore" e del "Pittore nello studio". Nel quadro dell'iniziativa 'Vita con gli artisti', incontra il 26 marzo i giovani per confrontarsi sulle problematiche artistiche contemporanee. Il Soprintendente Floris Ammannati gli commissiona la decorazione di una delle sale 'Apollinee' al Teatro La Fenice.

1970 Nell'agosto sono già ultimati i sei pannelli parietali e in dicembre la sala viene aperta al pubblico. Teodorani di Milano edita una cartella di sei litografie. Rebellato edita, a cura di Angela Gorini Santoli, Poesie in dialetto romanesco con 60 disegni dell'autore, del padre di Guidi, Guido Costantino.

Esce a Venezia il volume di Guidi Le Grandi Teste e si apre il ciclo delle "Marine spaziali".

1971 Rebellato edita a Padova 1959 Poesie 1971, con prefazione di Carlo Bo. L'Accademia di Belle Arti di Montecatini gli assegna il premio 'Vita d'Artista' mentre il Museo civico di Bologna organizza al Palazzo dell'Archiginnasio un'ampia antologica curata da Francesco Arcangeli. In catalogo anche un testo di Guidi.

1972 Inizia la serie delle "Geometrie spaziali". Recanati dedica il giorno d'apertura delle Celebrazioni leopardiane alla poesia guidiana. Avviene per Guidi l’incontro con il paesaggio marchigiano e nasce la serie dei "Grandi alberi”.

Partecipa alla X Quadriennale romana con Occhi nello spazio per la sezione contemporanea e con La colazione, 1922 della collezione Lombardi di Rezzato per la sezione storica.

1973 Rebellato pubblica a Padova L'ingiuria delle nubi. Presentato da Guido Perocco, espone al Museo d'arte moderna Ca' Pesaro a Venezia. Il 23 settembre, nella sede della mostra, viene insignito di medaglia d'oro dall'on. Amintore Fanfani.

1974 Dona alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna, 35 dipinti, eseguiti fra il 1957 al 1974, e 11 pezzi di grafica che testimoniano le soluzioni complesse e varie della sua poetica. Le opere, esposte alla Galleria di Palazzo d'Accursio, sono raccolte in un catalogo presentato da Franco Solmi. Viene pubblicata anche una lettera di Guidi che motiva la sua decisione. L'editore-stampatore Giulio Topi edita a Lugano i volumi   Poesie e incisioni e Amore ha gli occhi della pena, con nota di Adriano Soldini.

1975 Tiene una vasta rassegna di opere recenti, dalle “Grandi Teste” del 1973 a “Gli alberi” del 1975, a Villa Simes a Piazzola sul Brenta. Sviluppa il tema delle "Figure agitate" giungendo al bianco su bianco e realizza la serie delle "Grandi marine spaziali".

1976 In seguito al ricovero ospedaliero, resosi necessario per un intervento all'orecchio, nascono gli autoritratti con fasciatura e i grandi "paesaggi" con la chiesa dei SS. Giovanni e Paolo. Espone alla Villa Malpensata a Lugano. Il 25 settembre in occasione della presentazione del ciclo pittorico al Teatro La Fenice gli viene conferita la medaglia della Città di Venezia.

1977 La TBL Verlag Gunter Narr pubblica a Tubinga Poesie-Gedichte. Esce la monografia di P.G. Castagnoli e T. Toniato, e viene presentata nelle sale 'Apollinee' della Fenice. Presiede a Firenze il Convegno sul tema "Libertà, Arte, Ambiente". Dona otto dipinti alla Società Ticinese di Belle Arti presieduta da Sergio Grandini.

1979 Rebellato pubblica a Padova L'età improbabile, con prefazione di Gino Baratta mentre, con nota di Andrea Zanzotto, La notte è un passaggio d’eventi è curata da Sergio Grandini per l’editore Natale Mazzuconi di Lugano. Esce a Reggiolo, nella nuova collana d'arte <> della Galleria Padania, il volume Nacquero insieme luce e amore, curata da Giorgio Ruggeri, e con note di Toni Toniato e Luigi Sassetti, Giugno leopardiano ’79. Grafica- Poesia.

1980 Giovanni Carandente cura un’antologica alla Casa da Noal a Treviso. L’artista dona al Comune di Venezia ottanta (ridotti nel tempo a sessantanove) dipinti, realizzati fra il 1950 e il 1975, con i quali si inaugura il Museo Guidi a Palazzo Fortuny. Nella Collana <> diretta da Mario Gorini esce E Quando la vita s’allunga, con prefazione di Mario Stefani.

Inizia a collaborare con il Gazzettino di Venezia con l'articolo Quegli alberi del 9 maggio 1980.

1981 A Firenze, presso il Circolo della Stampa, gli viene assegnato il Premio San Luca.

Venezia celebra i suoi novant'anni con un convegno della Fondazione Cini, all'isola di San Giorgio. Per l'occasione, a Cingoli gli viene consegnata la medaglia d'oro e conferita la cittadinanza onoraria, mentre Giuseppe Mazzariol inaugura l'anno accademico con una mostra del Maestro a Ca' Bernardo presso l'Istituto di Discipline artistiche della Facoltà di Lettere di Venezia.

1982 Effettua una donazione alla Pinacoteca di San Donato Milanese e avvia, sotto la direzione di Giuseppe Mazzariol, la ricerca del materiale documentario per realizzare il Corpus della sua opera pittorica.

1983 Conclude il ciclo dei dipinti, iniziato nel 1980, sul motivo "L'uomo e il cielo". Esce la monografia Guidi, la luce di Enrico Crispolti corredata da una raccolta di scritti di Guidi.

Il 2 giugno viene riaperto il Museo Guidi a Palazzo Fortuny. Dopo alterne vicende, nel 1998 le opere saranno trasferite definitivamente a Bologna.

1984 Il 7 gennaio muore a Venezia mentre alla Galleria Il Traghetto è in corso una esposizione dei suoi ultimi dipinti che testimoniano l’estrema vitalità e la straordinaria modernità dell’artista.

Tratto dalla Comunicazione Stampa della mostra "Virgilio Guidi, le grandi opere" a cura di Michele Beraldo e Dino Marangon presso Villa Contarini Simens a Piazzola sul Brenta (Pd), nel marzo del 2013.
Catalogo edito da Allemandi & C.

 

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