Giampaolo Domestici
da sinistra: Domestici e Romagna con il Comm. Renzo Vidal all'Ucai di Venezia nel 1976. Sullo sfondo la pittrice Lalla Malvezzi |
Giampaolo Domestici ritratto da Miro Romagna, olio su tela cm.80x60, 1972 |
Nato a Venezia nel 1924, ha frequentato l'Accademia delle B.B. Arti con Guido Cadorin diplomandosi nel 1954.
Dal 1948 espone in tutte le rassegne Nazionali ed Internazionali riportandone segnalazioni e premi, fra i quali: segnalato alla Mostra di Pittura "Giacomo Favreto", 1948 - 2° Prenio Città di Portogruaro, 1955 - 1° Premio ex-aequo Legnago, 1955 - Premio Auronzo, 1956 - Premio acquisto Marzotto, 1956 - Premio acquisto Bevilacqua La Masa, 1957 - Premio acquisto città di Mestre, 1958 - 1° Premio Badia Polesine, 1958 - 1° Premio ex-aequo città di Cavarzere, 1959 - Premio acquisto città di Mestre, 1959 - 1° Premio Mestre, 1960 - 2° Premio città di Legnago, 1960 - 1° Premio Marco Novati. Ha inoltre partecipato a: Incontro Internazionale di Pittori in Val Comelico, 1955 - Collettiva di pittori veneziani a New York - Un Premio a Caorle 1961 - I Premio Longo Venezia 1962 - Premio Coppa d'oro Rossano Brazzi, Marina di Ravenna 1963 - Premio acquisto città di Adria 1962 - Premio Morino Rovereto degli Abruzzi 1963 - I Premio Calalzo di Cadore 1965 - I Premio Auronzo 1966 - I premio ex aequo "Napoleon" 1966 - I premio del Paesaggio a Bobbio (Piacenza) 1968 - II premio del Ritratto Bobbio (Piacenza 1969 - Premio "Ecce Homo" Treviso 1969 - II premio Cento Barbe del "Radicchio" Treviso 1970 - Targa d'argento con osella d'oro 12 pittori "La più bella Italia" Parco delle Driadi (Piacenza) 1969 - II Premio del Quadrato Pavia 1970.
Personali a Venezia: Bevilacqua La Masa, 1957-59-61; Padova "la Cupola", 1960. In Olanda: Bussun, l'Aja, Dordrecht, 1958. In Germania: Amburgo e Oldemburg; Trento gennaio 1962.
Note di Castellani, Perocco, Gigli, Scarpa, Battaglia, Branzi, Dessy, De Logu, Penning, Ouldshoarn, Carena, Begeer, Bosman, Valeri.
Sue opere figurano in collezioni Pubbliche e Private in Italia e all'estero.
"....Questo pittore veneziano ha quel che si dice un forte temperamento di artista. Anche molta serità di studio e di ricerca; anche molta e bene assimilata cultura, ma anzitutto e soprattutto quel felice temperamento che gli offre sempre nuovi motivi di intensa commozione pittorica e lo mantiene poi spiritualmente attivo e caldo durante l'esecuzione dell'opera...." Diego Valeri
"......inconfondibile è la qualità del tocco: guizzante e preciso, pronto a far sorgere quasi dall'aria le sue visioni mobili e sfuggenti, in uno sfarfallare di grigi e di tono madreperlacei. E' una pittura luministica, impostata sul cangiare dei rapporti e scandita da alcune battute più forti che innervano la composizione." Paolo Rizzi
"Omaggio a Giampaolo Domestici", tratto dalla presentazione in catalogo di Paolo Rizzi, della mostra retrospettiva al Centro d'Arte San Vidal di Venezia il 23 settembre 1999:
".....Domestici non solo è stato uno degli esponenti più autentici e sensibili della rinnovata tradizione veneziana, nel solco di una pittura di colore-luce; ma ha riassunti taluni caratteri che contraddistinguono la venezianità più vera. Lontano da ogni esibizionismo, animo mite e discreto, egli non si è mai fatto irrretire dalle mode: ha creduto nella pittura-pittura e per essa ha lavorato e vissuto, spesso subendo mortificazioni del "sistema" che gli era estraneo.Questo di oggi è - vorremmo dire - il primo "risarcimento" della sua città: un omaggio che ingloba l'artista e il cittadino. Era nato a Venezia nel 1924. Aveva studiato con la guida di un maestro quale Guido Cadorin. Fin dal 1952 aveva esposto alle collettive dei giovani della Bevilacqua La Masa. Si era ben presto dedicato totalmente alla pittura, lasciando il suo lavoro all'Arsenale. Era (lo ripetiamo oggi) uno dei pochi pittori "puri". I riconoscimenti all'inizio non gli sono mancati: la sua pittura, dotata di un tocco magistrale e di una luminosità tutta sua, ha ricevuto premi e consensi. Ma via via col tempo Domestici si era reso conto dell'inanità di combattere contro un gusto sempre più volto al facile consumo cosmopolita. S'era ritirato pur continuando ogni tanto a far mostre. Nella sua città era,in particolare, restio ad esibirsi. Qui, nella parzialmente restaurata chiesa di San Vidal, treviamo alcuni saggi della sua pittura nell'arco di mezzo secolo,cioè a partire da fine anni Quaranta. Non si tratta di una retrospettiva a carattere antologico:per questa lanciamo un appello alle pubbliche autorità. Tra l'altro Domestici non aveva mai voluto, per suo pudore,dotarsi di una monografia;non fotografava nè memorizzava quasi mai le opere cedute ai collezionisti e - con rammarico per noi - non apponeva le date ai suoi dipinti. Malgrado ciò la selezione che esponiamo ci sembra superba.In essa appare, in un processo di lento e graduale schiarimento dell'immagine, la sua fulminea gestualità: soprattutto quella rabdomantica cattura della luce che tanto lo contraddistingue.Pennellate rapide e nervose; bagliori improvvisi; tenerezze cromatiche unite e vigorosi contrappunti.Il tutto in un'orchestrazione dell'immagine che pare nata dall'improvvisazione ma è sapientemente calibrata. Al centro della mostra, proprio per il rispetto alla sacralità del luogo, si sono scelte alcune opere di soggetto religioso: una Crocefissione, una Resurrezione e una Madonna con Bambino. In esse si nota la ricerca di spiritualità che Domestici ha sempre perseguito.Si aggiungono alcuni esempi delle più belle nature morte, felicissime nell' "impromptu" estroso e brillante; le classiche sue composizioni del pittore nello studio; i nudi in cui la luce si effonde con rapidi guizzi e tenerissime distensioni; gli scorci di Venezia catturati con una puntuale convergenza del segno e del colore; taluni momenti di distensione lirica nelle lagune e nell'oasi incantata di Burano; le figure e i ritratti toccati nervosamente con mirabile sintesi. E al centro lui, nel suo autoritratto che ci guarda con un misto di fiera dolcezza.
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