Paesaggio di Cordoba, tecnica mista su carta cm.33x50, anno 1974
 
 
 
 

Giuseppe Gambino

Nato a Vizzini, in Sicilia nel 1928, Il contatto con l'arte avviene già dall'infanzia, prima nel Palazzo Ducale di Mantova e poi nalla Galleria Estense di Modena, seguendo suo padre, funzionario della Soprintendenza alle Belle Arti, nei vari trasferimenti, a Roma, a Mantova, a Modena e, nel 1944 a Guiglia, sull'Appennino modenese, dove il padre affianca Pietro Zampetti, preposto alla salvaguardia del patrimonio artistico.

Nel 1945 lavora come tipografo a Bologna e si dedica inizialmente al campo grafico e pubblicitario. 

Dopo gli orrori e le atrocità della guerra, Giuseppe Gambino sarà a Bologna nei primi anni Cinquanta, dove incontrerà e collaborerà con il pittore Nino Caffè, allora impegnato nella pubblicità per l'ENI di Enrico Mattei.
Egli verrà così orientando la propria pittura a una sempre più marcata sintesi bidimensionale delle figure, delle costruzioni e dei paesaggi.
Dopo il suo trasferimento a Venezia, nel 1954, completerà la propria formazione seguendo, all'Accademia, i corsi della Scuola Libera di Nudo, allora tenuti da Guido Cadorin mentre, attratto dallo straordinario ambiente culturale e e artistico della Serenissima, comincerà nel frattempo a realizzare i suoi inconfondibili Paesaggi
veneziani caratterizzati da una consumata sapienza cromatica, specie quando la sua attenzione verrà soffermandosi sugli antichi muri delle case, sul trascolorare, alla luce, degli intonaci consunti, oppure sul lucido intarsio dei marmi nel susseguirsi ritmato delle finestre e degli archi.
Occorre tuttavia precisare che tentare di avvicinarsi alla pittura di Gambino da una prospettiva localistica significa probabilmente imboccare una strada sbagliata.
L'orizzonte in cui va collocata la sua opera è infatti nell'ambito di quella corrente, di quel tentativo, messo in atto in Europa nel Secondo Dopoguerra, di dar conto dei nuovi modi di sentire, senza per questo perdere il senso e la molteplice ricchezza della tradizione figurativa, attraverso il potenziamento delle diverse componenti rappresentative.
E' la linea, lungo la quale, ad esempio, in Francia si muovono artisti come Francis Gruber (morto nel 1948) o Bernard Buffet, del quale in occasione della Biennale del 1956, Gambino potrà apprezzare da vicino l'incisivo grafismo e la commossa sensibilità esistenziale.
A questo fine Gambino verrà operando un significativo rafforzamento delle componenti lineari fino a praticare un vero e proprio cloisonnisme strutturale di matrice goticizzante al quale si accompagnerà un colore denso e via via sempre più luminoso e affocato, rafforzato nel corso degli anni, anche tramite l'esperienza di numerosi viaggi e soggiorni in Spagna.
Caratteristica di Gambino è però una particolare sensibilità, talora sottilmente ironica, che sembra come ridurre le distanze, eliminando ogni esteriore volontà di far grande, rendendo quasi intima e colloquiale la presenza delle sue figure che, come  immobilizzate nel loro sospeso universo emotivo, sembrano come far emergere i tratti di una impercettibile inquietudine.
Egli sembra così, non solo rapportarsi alla Pietas umana, alla laica attenzione per gli umili che aveva nutrito agli inizi del secolo le opere del Picasso blu e rosa, di Modigliani, di Utrillo, ma anche, in qualche modo, avvertire, oltre alle proprie naturali e quasi istintive propensioni di matrice espressionista, nuovi, oscuri fermenti: il senso di vuoto psichico e di sottile, ipnotico sonnanbulismo caratteristici dei nuovi tempi e
diversamente indagati in ambiente surrealista.
Saranno proprio tali fermenti a impedirgli, da un alto di chiudersi in una consuetudine manieristica e dall'altro, tramite un sempre più puntuale scandaglio dei diversi aspetti del reale, di far sempre meglio affiorare gli insinuanti barlumi di nuove consapevolezze di modernità.
La personalità e l'opera di Giuseppe Gambino hanno goduto di una significativa fortuna critica.
Di lui hanno scritto, tra gli altri: Giuseppe Mazzariol, Umbro Apollonio, Virgilio Guidi, Guido Perocco, Giuseppe Sciortino, Renato Guttuso, Evan Hunter, Alfonso Gatto, Guido Costantini, Luigina Rossi Bortolatto, Alberto Gianquinto. Pietro Zampetti, Paolo Rizzi, Ennio Concina, Nico Stringa, Ennio Pouchard.
 
Innumerevoli sono le mostre personali e collettive a cui ha partecipato sia in campo nazionale, sia internazionale dal 1954 al 1989. In particolare la Biennale di Venezia nel '56, Quadriennale d'Arte di  Roma nel 1959.
Esposizioni importanti si sono svolte soprattutto negli Stati Uniti, Spagna e Germania.
 
Dal 1954 al 1963 vive a Venezia dedicandosi alla pittura. Dal 1963, con la famiglia, si trasferisce a Preganziol (Tv) dove si spegnerà nel 1997.
 
Nel gennaio del 2001 prende vita l'Associazione Amici di Giuseppe Gambino con lo scopo principale di valorizzare, diffondere e salvaguardare l'opera del Maestro. 

Pubblicazioni:

Giuseppe Gambino. Disegni 1944-1989, Concina E., Stringa N., Garzoni C.
Libreria Universitaria 


Giuseppe Gambino Galleria San Giorgio - Mestre 1975
FATA EDITORIALE - Thiene (VI) - Italy

Giuseppe Gambino: dipinti 1955-1995” a cura di Ennio Pouchard

 

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