Cavallo, disegno su carta cm.31x24, 1970
 
 
 
 

Augusto Murer

Augusto Murer è nato a Falcade (Belluno) il 21 maggio 1922. Introdotto dal maestro veneziano Dalle Vedove, con il quale aveva frequentato la Scuola d'Arte di Ortisei (l'unica che comprendeva l'insegnamento della scuola lignea tra le sue materie), approda all'età di 18 anni all'Accademia delle Belle Arti di Venezia, dove si pone immediatamente, più che all'apprendimento, in una logica di apprendistato nella bottega di Arturo Martini, suo maestro, così come lo fu di Emilio Vedova e Alberto Viani, tra gli altri. Recentemente scriveva ancora, su Augusto Murer,  Carlo Piovano, in un suo testo sull'Arte Italiana del '900: "Energetico sbozzatore di legni primordiali, memore peraltro dell'educazione martiniana".

Nel 1944 ritorna a Falcade da dove, sostanzialmente, non si muoverà per il resto della vita, aderendo incondizionatamente alla lotta partigiana contro i nazi-fascisti. Il ritorno ai luoghi natii significa anche il recupero di una poetica dell'ambiente alpino che egli stesso descrive: "Dalla forza e dalla pianezza vitale di un ambiente, quello delle alpi italiane, che hanno conservato in molti luoghi (...) il primitivo carattere incontaminato, le loro luci insieme concrete (quello dei boschi e dei villaggi) e astratte (quello delle rocche dolomitiche), si è formata, per una spinta naturale, la mia opera".

Queste esperienze di vita si incontreranno per sempre nella vita e nella sua produzione artistica, che lo porteranno alla fama internazionale già a partire dagli anni, immediatamente dopo la guerra.

Nato povero, sostanzialmente autodidatta, sino all'incontro con la Scuola d'Arte e l'Accademia di belle Arti di venezia, Augusto Murer ha sempre coniugato la sua ricerca espressiva alle necessità del lavoro quotidiano, e, attraverso questo, alla comprensione tragica della vita degli uomini. E' così che nascono le sue opere, insieme, come dicono alcuni suoi esegeti, "raffigurazioni violente, tese, e nel contempo permeate di una comprensione dell'umana tragedia che rasenta la dolcezza".  Egli stesso così descrive nel catalogo di una delle sue ultime mostre all'estero, all'Ermitage di Leningrado: "Sono nato tra le foreste, in cui radici, tronchi e pietre si confondono in un groviglio che corrisponde all'alba della creazione".

Giunto per la fama internazionale, vince, nel 1965, il concorso per il Monumento alla Partigiana, indetto dal Comune di Venezia, unico dedicato alla Donna della Resistenza ed unico al mondo ideato per galleggiare sul mare, seguendone le maree, mediante un articolato meccanismo di ancoraggio, ideato da Carlo Scarpa. Non sarà certo solo questa la sua opera più nota, poichè a partire da questa avrà incarichi, soprattutto da amministrazioni locali per diversi monumenti cittadini celebrativi della resistenza, ma anche, come quello di Vittorio Veneto, per la Vittoria della Grande Guerra e di altri momenti gloriosi del loro territorio.

La forza drammatica del linguaggio e la sicurezza ed elevata concezione figurativa fanno ancor oggi, a vent'anni dalla morte, di Augusto Murer uno degli artisti più significativi non solo del dopoguerra, ma proprio del periodo di transizione a cavallo degli anni posteriori a quei tragici eventi.       

Giovanna Nepi Scirè 

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