Luigi Rincicotti
Luigi Rincicotti, 1991
foto di Francesco Barasciutti http://www.barasciutti.it |
Luigi Rincicotti ha tenuto oltre duecentocinquanta mostre personali in Italia e all'estero, ha conseguito più di cinquanta premi nazionali e internazionali fra cui: Milano 1961, Triennale Internazionale (primo premio assoluto), Venezia 1966, XXXIII Biennale Internazionale d'Arte, padiglione Venezia (primo premio). Le sue opere figurano nelle collezioni pubbliche del Moderna Museet di Stoccolma, Musée d'Art Moderne de Paris, Museum of Modern art of New York, Museo Espanol de Arte Contemporanea de Madrid, Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Rincicotti ha inoltre conseguito nel settembre del 2004 il "Premio Faber" del Senato in Campidoglio a Roma.
Rincicotti ha recentemente fondato assieme ad Enzo barbieri e al professor Luigi Grosso il Museo operativo “NEW”. Cinquanta opere permanenti di Luigi Rincicotti presso Palazzo Giacobini di Altomonte (Cosenza).
Sta attuando con la collaborazione del critico d'ArteArmando Ginesi e con il gruppo “Uno Cultura”, il museo operativo permanente “Rincicotti New2” con oltre 100 opere presso il “Tetto del Mondo” di Cingoli (Macerata).
In fase di attuazioneil Museo operativo permanente “Rincicotti New 3” presso il ristorante Zanotti e Galleria d'Arte Carpediem – Bangkok Thailandia.
L’occhio di Luigi Rincicotti appartiene alla favola. È per questo che i personaggi dei suoi quadri si immergono in una luce di fiaba. Certo il Quattrocento italiano e qua e là un pizzico di pittura tedesca , anche moderna, contribuiscono non poco alle atmosfere dei suoi quadri, come anche la permanenza per un lungo periodo di tempo a Venezia del pittore; ma le atmosfere sono il contrappunto di uno sguardo che, apparentemente ingenuo ed ironico, in realtà vede e percepisce il dramma della progressiva alienazione che giorno dopo giorno disumanizza la vita di noi contemporanei.
GIORGIO DI GENOVA
La pittura di Luigi Rincicotti è sontuosa e ridondante di simboli, di memorie e presenze che rimandano ad esperienze metafisiche, fatte proprie anche attraverso la conoscenza di Giorgio De Chirico, e che risentono dell'influsso del surrealismo e della pittura simbolista. Per Rincicotti l'arte è anzitutto un'espressione figurativa, ma i contenuti rivelano una concezione astratta della realtà. Sono cioè frutto di visioni ed elaborazioni mentali che riflettono stati d'animo, emozioni, paure, sentimenti. Egli ci racconta la sua vita rivisitando i luoghi della propria infanzia, portando in primo piano sulla scena del quadro i giochi del bambino e le figure dell'adulto che hanno dato un senso alla sua esistenza, ma anche gatti, civette, pesci e misteriose figure alla ricerca di un'identità .
Con grande naturalezza l'artista usa il colore per rendere la tela simile ad un tessuto raro e ricercato. I colori sempre più accesi, il rosso rubino, il giallo dell'oro, il blu intenso che rimanda alle notti d'oriente rivestite di stelle vestono i suoi dipinti col fasto delle antiche glorie di Bisanzio. Rincicotti attraversa il tempo con quella sua geniale capacità di fondere insieme stili, linguaggi ed esperienze diverse e lontane. C'è nella sua pittura il senso metafisico di una realtà che si palesa come visione inquietante, sospesa nello spazio e nel tempo: motivi differenti convivono nell'ambito della tela trovando però una loro armonia, trasmettendo quel senso di "verosimiglianza" al reale che si percepisce quando si sogna, quando le immagini che ci appaiono ci sembrano reali e possibili, così possibili da destare in noi le emozioni più forti.
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